Coronavirus: la risposta delle regioni alla proroga fino al 3 maggio

 

Anche il Presidente Bonaccini dell’Emilia Romagna ha adottato misure più restrittive del decreto annunciato da Conte. Restano quindi sospese anche le attività per la vendita di beni per l’infanzia e le uscite per passeggiare o fare jogging. È stato però decisa la riapertura dei supermercati la domenica, in modo da ridurre l’afflusso di persone.

Nel Piemonte, Cirio ha dichiarato che anche in questo caso, il decreto non sarà recepito. Pur essendo stato concesso ai supermercati di vendere il materiale scolastico, tutte le altre attività non essenziali continuano a rimanere chiuse. 

 

 

Luca Zaia, Presidente del Veneto, ha fatto una richiesta speciale nei confronti del Governo, chiedendo che le attività che per prime hanno chiuso, dovranno essere le prime a riaprire. Vi sono infatti un gran numero di aziende del settore metallurgico e dell’abbigliamento disposte a misurare la temperatura dei dipendenti tre volte al giorno. Si tratterebbe di una via sperimentale di apertura, con regole precise per l’igiene che include: distanza tra lavoratori e strumenti protettivi necessari.

Le decisioni di queste regioni sono strettamente collegate al gran numero di contagi avvenuti sul territorio, nel tentativo di contenere la diffusione del virus. Molte altre infatti, hanno dato piena attuazione al decreto, pur inasprendo i divieti per gli spostamenti o le regole sanitarie da applicare. 

Un esempio è la Campania che ha aumentato le sanzioni fino a 4 mila euro per chi si sposta ingiustificatamente. La Basilicata invece ha messo in isolamento i quattro comuni con il maggior numero di contagi, come anche il Lazio che ha dichiarato zona rossa Celleno, comune in provincia di Viterbo.