La Cina e il Coronavirus: la storia e i dati falsi sulle conseguenze del virus

 

Il negazionismo del governo risulta quindi evidente fin dalle primissime fasi del contagio. Quando però la diffusione è risultata incontenibile, la forma di governo della Cina ha favorito l’applicazione di misure molto più incisive e rigide rispetto al resto del mondo. Trattandosi di uno stato comunista, vi è stato poco riguardo per i diritti umani, come quello della libertà di movimento o di espressione, ordinando la chiusura totale di una regione con 11 milioni di abitanti.

 

 

Non è stato permessa alcuna tipologia di movimento, né per necessitò o per fare la spesa. Sono stati costruiti ospedali in pochissimi giorni ed è intervenuto tutto il sistema sanitario nazionale. Eppure il numero di decessi sembra essere lontano da quello che succede nel resto del mondo.

Molti esperti ipotizzano che anche in questo caso sia intervenuto il governo, bloccando per quanto possibile la diffusione delle notizie e l’espressione della stampa. Le immagini trapelate dei bancali pieni di urne sembrano superare di molto i 3000 decessi dichiarati. Ancor di più, le immagini satellitari hanno registrato una forte attività di cremazione e per molti più giorni del dovuto.

Se da un lato sembra estremo addossare la colpa della diffusione a un solo stato, dall’altro bisogna ammettere che la gestione del contenimento e il blocco delle notizie, hanno leso la capacità di difesa dell’intero mondo.