La Cina e il Coronavirus: la storia e i dati falsi sulle conseguenze del virus

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Viste le conseguenze devastanti che il virus ha causato a vari paesi del mondo, primo tra i quali il nostro, è ormai senza ombra di dubbio che il governo cinese ha occultato i veri dati sul contagio e i decessi. Sembra infatti del tutto improbabile che su 82,160 mila contagi ci siano stati solo poco più di 3000 morti, quando solo sul territorio italiano vi sono più di 19 mila.

 

Vari esperti hanno estimato cifre molto più ampie, ma per capire come mai la Cina ha alterato la percezione del mondo nei confronti del virus, bisogna andare indietro nel tempo ed esaminare i vari fattori sociali e territoriali. Quel che è certo è che il virus è stato trasmesso da un animale ad un essere umano, all’interno del mercato di Wuhan. 

È stato infatti segnalato un primo paziente nel mese di dicembre, ricoverato d’urgenza per una polmonite, seguito in pochi giorni anche dalla moglie con gli stessi sintomi. Pur essendoci chiare indicazioni che il virus si stava trasmettendo da persona a persona, tanti esperti e medici sono stati obbligati a mantenere il silenzio. Ben noto orma il caso di Li Wenliang, uno dei primissimi medici a lanciare l’allarme, morto poco dopo nel mese di febbraio, per averlo contratto.

Se il 30 dicembre il signore Wenliang avvisava gli altri medici dell’alto grado di contagio del virus, il giorno seguente la Commissione sanitaria di Wuhan negava tutto, nel tentativo di non diffondere la notizia. È stato persino emesso un mandato di arresto per il medico ormai ritenuto eroe, con l’accusa di spargere false notizie.