Il rischio per il personale sanitario: stress post traumatico a causa del Coronavirus

 

Lo stare in casa a lungo, lontani da cari e parenti può intensificare la paura e l’ansia, causando mal di testa, tensione muscolare e difficoltà nella concentrazione. I gruppi più a rischio però, sono coloro che svolgono i lavori essenziali, come gli operatori sanitari. Nel loro caso, il dolore e il senso di colpa per non aver potuto salvare tutti possono causare il PTSD.

In loro soccorso è intervenuta la Divisione di Psiconcologia dell'Ieo, con dei questionari online per medici, infermieri o volontari, che servano a misurare i livelli d’ansia e stress. Gabriella Pravettoni conferma che per coloro che indossano il camice bianco, è molto più forte il sentimento di impotenza, di perdita di controllo oltre che lo stress costante. Molti si sentono come in trincea, a combattere in prima linea contro un nemico invisibile ma che causa tantissimi decessi.

Proprio per aiutare loro a curare meglio i pazienti, è di vitale importanza fare uno sforzo comune, cercando di restare in casa più tempo possibile. Secondo gli esperti è di vitale importanza creare una chiara routine, in cui vengano inclusi la cura di sé, il consumo di pasti leggeri e nutrienti e l’abitudine a cambiarsi dai vestiti con cui si sta in casa. 

 

 

Mentre per il personale sanitario l’aiuto sarà sicuramente un forte sostegno psicologico, per noi altri è consigliabile cercare di ridurre i livelli di ansia e stress quanto più possibile. È consigliabile svolgere sport anche all’interno, meditare e cercare per quanto più possibile di immaginarsi questo periodo come una pausa primaverile che presto finirà.